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Polonara riceve i compagni della Virtus in ospedale, prende la coppa dello scudetto e urla dalla finestra: «Campioni d'Italia»

Published 6 days ago3 minute read

Il giocatore della Virtus ricoverato al Sant'Orsola di Bologna per iniziare le cure contro la leucemia mieloide che gli è stata diagnosticata. Belinelli: «Sono stato tra i primi a saperlo, abbiamo mantenuto la promessa»

Promessa mantenuta. Il giorno dopo la conquista del tricolore numero 17, una delegazione di giocatori della Virtus ha portato la coppa dello scudetto ad Achille Polonara, come l'ala a cui è stata diagnosticata una leucemia mieloide aveva chiesto. Il giocatore della Virtus è stato trasferito dal reparto di Malattie infettive a quello di Ematologia del Sant’Orsola dove sarà seguito dall'equipe del prof. Pier Luigi Zinzani e ha ricevuto la visita dei compagni di squadra Belinelli, Shengelia e Pajola, oltre al dg Ronci, al team manager Ferroni e al medico Rizzo.

La delegazione ha dato a Polonara anche la medaglia di campione d’Italia che il presidente di Lega Gandini ha consegnato a tutti i membri della squadra. Dopo alcuni minuti in stanza assieme ai tre compagni di squadra, Polonara si è poi affacciato dalla finestra della camera, esultante con la coppa in mano: «Siamo campioni d’Italia, grazie a tutti». 

Poi si è fatto raggiungere dai tre amici, tutti rigorosamente con camice sterile e mascherina. Prima Shengelia pugni al cielo, poi il saluto di Pajola e di capitan Belinelli fra gli applausi e l’incoraggiamento degli altri membri del club all’esterno.

«Un ragazzo forte e sono convinto che ce la farà - dice Belinelli all'uscita dal padiglione 8 del Sant'Orsola -. Dovremo stargli vicino, sarà importante avere l'affetto di persone a lui care». 

Il capitano bianconero è stato il primo a sapere la notizia della malattia di Polonara, all'inizio della serie di finale contro Brescia, poi dopo gara 2 di sabato scorso l'ha rivelato anche ai compagni. «Un pensiero fisso, fa parte della famiglia, sono stato uno dei primi a sapere della malattia prima delle finali, una botta assurda. È un ragazzo d'oro, che combatte e fin da quel momento ho cercato, come tutti gli altri, di dargli tutto l'aiuto che si può dare in questi difficili momenti. Siamo saliti oggi io, Toko e Pajo, abbiamo riso e scherzato». 

Nasce in quei giorni la promessa, ora mantenuta, di portargli la coppa: «Dopo il 2-0 l'ho comunicato alla squadra e anche lì è stata una bella botta, non lo sapeva nessuno. Ero convinto che ci avrebbe dato la forza di vincere gara 3 per lui. La cosa importante è Achi, lo scudetto è per lui e che possa tornare a sorridere».

18 giugno 2025 ( modifica il 18 giugno 2025 | 17:33)

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Corriere della Sera
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